giovedì 2 ottobre 2008

There is no path to follow?

Sono giorni pieni per me, ma non per i miei "impegni politici" in effetti: attualmente sono a Torino, in attesa di conoscere i risultati del mio concorso di dottorato.
Comunque, in questo periodo stiamo anche preparando - io e gli altri ragazzi della lista, di cui un giorno o l'altro dovrò pur parlare! - alcune proposte da portare ai prossimi consigli comunali.
Per quanto riguarda me, ho in mente diversi progetti, tra cui i più interessanti sono forse quello di una mostra permanente che valorizzi la chiesa romanica di S. Apollonio a Planpezzo (dove si trovano affreschi forse attribuibili ad un pittore di Costa Volpino che ne avrebbe realizzato un ciclo in diverse chiese della valle) e un'inchiesta comunale sul numero di accessi privati che si stanno aprendo su quella che era la tangenziale del paese: in effetti negli ultimi mesi quella che era stata concepita per essere una via di transito veloce e scorrevole che oltrepassasse Ponte senza creare fastidi e problemi di traffico né alla popolazione né ai viaggiatori, si sta trasformando in una delle tante strade del paese, sulla quale un po' tutti coloro che hanno costruito nelle vicinanze (e si tratta soprattutto di condomini o residence) aprono un loro ingresso privato. Di questo passo rischiamo di trovarci presto a cercare un percorso ancora più esterno dove far passare una nuova tangenziale; l'indagine avrebbe così il senso di innescare un ripensamento nella politica dei permessi di apertura attuata dalla giunta, che magari potrebbe iniziare a far chiudere alcuni accessi piuttosto pericolosi, oltre che molto improvvisati.
Qualcosa di forse meno affascinante, ma di piccolo, concreto ed utile mi sembra invece il progetto, stilato in collaborazione con Uruclef, per far aprire un centro di connessione wi-fi nella biblioteca comunale.
Mentre lo realizzavamo, ci siamo divisi i compiti: lui si è occupato della parte più tecnica, io della normativa. Andando ad esplorare le leggi che regolamentano un'operazione che tecnicamente ha una semplicità e dei costi veramente sbalorditivi (richiederebbe probabilmente meno di 2h di lavoro e una spesa di al massimo 300 euro) per i risultati che potrebbe avere (Ponte, attualmente, non ha nessun punto pubblico di accesso alla rete, e l'unica connessione wi fi a banda larga disponibile a pagamento si trova in un hotel ai bordi del paese), sono rimasto un po' perplesso. Proprio di fronte a tanta facilità pratica, la normativa è antiquata (riferimenti a regi decreti degli anni '30!), farragginosa e soprattutto enormemente complessa. L'hot spot pubblico in una biblioteca viene equiparato ad una grande telco: proprio come Telecom o Vodafone, chi fornisce questo servizio deve iscriversi al ROC (registro operatori comunicazioni), presentando chili di scartoffie. Tipico esempio di burocrazia italiana, c'è da sperare che le cose cambino. Per ora, tuttavia, mi limito a desiderare che il mio modesto contributo si realizzi.