domenica 31 agosto 2008

Meda

Quest'oggi racconterò un'altra storia, che stavolta sembra orientata ad un lieto fine.
Da bambino odiavo andare in montagna; solo in questi ultimi anni mi sto innamorando della mia terra - segno evidente della mia deriva verso destra. Girando per i boschi che circondano Pontedilegno, però, è impossibile non notare il loro stato di abbandono.
Fino a qualche decina di anni fa, qui, uomini e terra intessevano un rapporto diretto, profondo: guardando una vecchia foto, sembra che la campagna, nella sua suddivisione in proprietà coltivate, sia un tappeto fatto di toppe, ai margini del quale iniziano i pascoli e poi l'ombra scura degli alberi.
Ma anche nel bosco, in realtà, si notava la presenza dell'uomo: strade e sentieri permettevano di raggiungere le baite, mentre le mucche che pascolavano anche tra i tronchi e chi andava a raccogliere ramaglie da bruciare tenevano pulito il sottobosco.
Oggi la gente di qui ha abbandonato quasi completamente le attività legate alla terra e pare quasi che la natura, nell'età della tecnologia, si stia riprendendo i suoi spazi. La realtà, però, è che lasciati privi di cura, i boschi stanno invadendo i prati, e trasformandosi in foreste asfittiche.
Nel mio piccolo, mi piacerebbe invece che il rapporto del passato tra uomo e terra riprenda; non solo per un discorso di mantenimento delle vecchie tradizioni e dunque di conservazione della cultura (sicuramente più importante), ma anche per un puro gusto del paesaggio (chi varca il confine col Trentino può constatare la differenza che c'è tra la campagna camuna e quella al di là del Tonale!).
Un passo in questa direzione è forse stato compiuto: niente di epocale, semplicemente la possibilità che venga riedificata una vecchia malga, situata a Meda, una zona di alpeggio posta a 1863 m di altezza, sul sentiero CAI numero 2.
Il consorzio che è proprietario dei pascoli e dell'edificio, ora crollato, è composto soprattutto da gente del luogo, oltre che dall'ente dei Terrazzani; i proprietari hanno ottenuto l'anno scorso un finanziamento per la ricostruzione della baita dalla comunità montana di Vallecamonica, ma solo a patto che venisse rimessa in sesto anche la strada che conduce al sito. Il sindaco, durante il precedente mandato, si era impegnato perché il comune lo facesse a sue spese, ma la cosa sembrava caduta nel vuoto.
Dopo la mia elezione, dato che Meda fa parte del patrimonio storico di Zoanno, mi sono interessato della vicenda e, dopo una serie di visite all'ufficio tecnico, alla segreteria comunale, lettere e telefonate al sindaco, alla metà di agosto finalmente il comune ha comunicato al consorzio (oltre che, "p.c." al sottoscritto rompiballe) che avrebbe stanziato i fondi e fatto la strada. La lettera scritta permette di avere una "prova" da presentare alla comunità montana, che dunque riserverà il suo finanziamento per il progetto. A quanto sembra, entro la prossima primavera, inizieranno i lavori per la strada e per la baita, che rimarrà a disposizione non tanto degli oramai rari pastori, ma almeno degli alpinisti e dei turisti, che la potranno usare come bivacco durante le loro escursioni o anche solo per venirci a mangiare una polenta. Piccoli passi, ma mi sembra meglio di un cumulo di rovine che vengono pian piano divorate dall'erba (per quanto anche quest'immagine abbia il suo fascino ;) ).

mercoledì 27 agosto 2008

Un buco nell'acqua

La storia dell'estate: a Pontedilegno si sta svolgendo un piccolo dramma in molti atti, che riguarda la costruzione di un parcheggio interrato e, loro malgrado, gli abitanti dei palazzi attorno allo scavo, ed ha prodotto un effetto che chi non vive qui troverà piuttosto buffo: in centro al paese, è nato un laghetto, con tanto di anatre (C'è anche un video su youtube).

Purtroppo, per chi deve addentrarsi nei particolari dei lavori (nelle profondità del buco? Ok, ora la smetto), si presenta un quadro molto poco chiaro, ma di sicuro piuttosto deprimente. La costruzione è stata commisionata dalla amministrazione comunale, nell'ambito del "Grande Sogno", cioè dei progetti di potenziamento delle piste da sci di Pontedilegno, Temù e Passo del Tonale, finanziati in gran parte da regione Lombardia e Unione Europea.
In particolare, per il parcheggio, che doveva costare attorno ai 6.000.000 di euro nelle previsioni iniziali, la regione aveva messo a disposizione circa 4.000.000: un bel successo per chi aveva ottenuto i finanziamenti!
L'unico problema, è che il posto dove il parcheggio doveva sorgere (piazzale Europa nello stradario di Pontedilegno) i nostri nonni lo chiamavano Caret, che è l'erba che cresce nelle paludi: fino a qualche decennio fa, lì c'erano soltanto acquitrini. Politici e tecnici hanno fatto spallucce di fronte ai soliti vecchiacci che sconsigliavano di scavare proprio sopra ad un pantano - dopotutto, hanno fatto anche il tunnel sotto la Manica, no?

Dopo un paio di indagini geologiche piuttosto generiche, partono gli scavi: qualche mese dopo, ecco che inizia ad uscire l'acqua.
I tentativi di pomparla all'esterno hanno provocato cedimenti nei palazzi attorno al buco, che rischiavano così di crollarci dentro. Per cercare di tappare la falla - letteralmente - è stata commissionata una "perizia" da 2.800.000 di euro: il risultato è stato un fallimento, perché dopo tutti gli sforzi, l'acqua ha continuato tranquillamente ad uscire. Con qualche centinaio di migliaia di euro, fortunatamente, si sono messi dei rinforzi alle fondamenta dei condomini pericolanti, ma per il parcheggio siamo ancora... in alto mare.
Tant'è che ora c'è il laghetto.

Dall'alto della torre

Inizia la vita di questo diario.
Il suo autore si chiama Ivan Faiferri, è nato venticinque anni fa e vive una vita a metà tra Milano e Zoanno (sui monti, al confine tra Lombardia e Trentino). Non avrebbe mai aperto un blog (anzi, ha sempre guardato con un po' di sufficienza il live space di suo fratello), ma poi è stato scelto dalla vicinia del suo paese (i Terrazzani) come rappresentante al consiglio comunale di Pontedilegno. Così, come tutti i bravi politici, ho deciso (parlare di sé in terza persona è divertente, ma dopo un po' genera strane idee...) di aprire un blog, per osservare e commentare, "dall'alto della torre" (il dosso della torre è il luogo dove sorge Zoanno) gli eventi che turbano la vita apparentemente così tranquilla di una piccola comunità montana come Pontedilegno.
Ora però stanno per finire le batterie del portatile. Segno dei tempi: meglio concludere. A presto!