Ieri sera, consiglio comunale: si parlava anche di fusione.
Abbiamo (noi, la minoranza) votato no al progetto: per due ragioni.
1) abbiamo visto come è stato fatto questo progetto!
Due giorni fa ancora non esisteva: siamo andati per leggerlo, e valutarlo, finalmente, e invece abbiamo scoperto che il segretario lo stava ancora scrivendo. Tra un aggiornamento e l'altro, il definitivo ci è arrivato alle 18 di mercoledì (24 ore prima del consiglio).
Come ho avuto modo di dire durante il dibattito, l'unica cifra sicura che si trova al suo interno è l'altezza di Ponte di Legno sul livello del mare. Non che i dati manchino: ma non spiegano niente: che senso ha elencare il numero delle aziende, divise per tipologia, presenti a Ponte e a Temù, senza dire in che modo la si prevede che la situazione evolva dopo la fusione? Che senso ha sommare le partecipazioni azionarie dei comuni alle società controllate (o partecipate), senza parlare degli scenari che si aprono? Certo, sembrano richieste pretenziose: il fatto è che chiediamo qualcosa su cui decidere, nessuno ha mai detto che unire i due comuni sia semplice. Quello che vorremmo, in definitiva, è una ragione per farlo. La stessa che ieri nessuno dei consiglieri di maggioranza ha saputo dire.
A dominare è la confusione: si parla di "maggiore efficenza" e di "risparmi", quando il sindaco stesso ha detto (il 4 dicembre, al Comitato per la trasparenza) che i risparmi non saranno poi molti e che non verranno certo licenziati dipendenti.
Si parla (nel progetto) della possibilità di accorpare le scuole, quando Corrado Tomasi dice invece che non è vero.
E così via... ma c'è una seconda ragione.
2) Tanti saluti al volere della gente
Lo sapevate? La delibera approvata ieri contiene la clausola che subordina la sua validità all'esito positivo del referendum.
Peccato non significhi nulla!
Ieri infatti, il sindaco ha letto pubblicamente una mail inviata dalla Regione al segretario, dove un funzionario afferma che "una volta avviato l'iter legislativo, il principio che vale è quello del rispetto del ruolo attribuito dalla Costituzione alla potestà legislativa regionale": dunque possiamo scrivere quel che vogliamo, sulla delibera, perché comunque non possiamo ledere "la potesta legislativa regionale". Cioè, come prevede la legge, il consiglio regionale può decidere di fondere i comuni in barba alla volontà popolare!
E proprio prima di leggere queste parole, il sindaco si è speso nel lodare quanto le maggioranze fossero state brave e attente al rispetto della volontà della gente.
Già ce lo vediamo, incatenato di fronte al Pirellone, a protestare in caso di mancato rispetto del risultato del referendum.
Noi avevamo chiesto che la Regione si esprimesse per via scritta (e ufficialmente) su questo punto, ma la nostra proposta è stata bocciata. Perché bisogna correre, "per non perdere la coincidenza con le prossime elezioni comunali di Ponte".
Ancora una ragione che non è una ragione.
Ci sarebbe altro di cui parlare: per esempio, 1.800.000 euro sul capitolo di Piazzale Europa che ora diventa di 7.300.000 euro. Senza contare gli 8.000.000 già spesi!
Ma anche qui, la maggioranza nega. Negare la realtà è così dannatamente semplice (scusate, è polemico, è demagogico... ma è vero).
Alla prossima, comunque.
Ivan
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